Il principale problema legato alla manutenzione di questo apparato è rappresentato dall’usura degli elementi che generano l’effetto frenante attraverso il loro sfregamento.
Consideriamo l’esempio dei freni a disco, presenti ormai sulle ruote anteriori di tutti i veicoli in circolazione. Essi vengono attivati nel momento in cui si preme il pedale: la pressione dell’olio contenuto nel circuito frenante viene trasferita a un componente detto “pinza”, che si stringe sul disco e lo frena per attrito. Sulla pinze è montata la “pastiglia”, cioè il pezzo che sfrega effettivamente sulla superficie del disco: si tratta di una delle parti dell’impianto che si consumano di più.
Composta da vari materiali, come carbone, grafite, resina, ossido di alluminio, ceramica o fibra di aramide, ogni pastiglia deve mantenere un livello di spessore superiore ai 2 millimetri per essere considerate a norma. In caso contrario, si rischia di rovinare o distruggere i dischi.
Anche il liquido dei freni, però, può deteriorarsi con il tempo, a causa delle alte temperature di funzionamento dell’impianto e dell’umidità che immancabilmente assorbe negli anni.